Incontra Lucilla Giagnoni e conosci il suo punto di vista.

Lucilla ti porta nel mondo della comunicazione e della narrazione partendo dalla propria esperienza di attrice teatrale. Per molti il primo problema da affrontare è la paura di “andare in scena”, di presentarsi e parlare di fronte a un pubblico.
Con Lucilla attraversi la paura trasformandola in energia fondamentale per comunicare: nessuna emozione va scacciata o superata, ma va fatta ardere, cosicché, vissuta intensamente, diventi il carburante per quella Tensione, quello stato vitale di Consapevolezza e Vigilanza che ha come passo successivo l’avere Presenza e Carisma.

Affrontata la paura, il primo problema è “stare” nello spazio. Con Lucilla scopri l’eccezionalità della nostra condizione eretta, e se la nostra colonna vertebrale ci spinge verso l’alto è fondamentale prendere energia dalla terra, essere radicati e centrati. Lo sguardo e la voce ci permettono di superare il nostro corpo fisico e riempire lo spazio. Grazie all’immaginazione possiamo espanderci, pensarci come stelle che inglobano pubblico e ascoltatori: nati dal carbonio esploso di una supernova, figli delle stelle, la nostra vocazione di esseri umani è irradiare. E come nel nucleo delle stelle si formano tutti gli elementi, dentro di noi ci sono mille possibilità espressive e mille caratteri. Bastano piccolissime variazioni del nostro asse verticale, piccoli movimenti della nostra colonna vertebrale e possiamo giocare a tutto quello che siamo e che vogliamo essere: Uno, Nessuno e Centomila! Eccoli i personaggi, i caratteri che ci abitano.

Dopo “Chi vogliamo essere”, “Cosa vogliamo dire”? Lucilla, da autrice e narratrice, conosce la complessa dinamica dell’invenzione e ti accompagna al punto dove ha origine ogni processo creativo. All’inizio le cose non hanno una forma, ma sono un magma oscuro, dinamico e fertile. Creare è fare luce sulle cose. Tutto nasce dal buio, anche le idee. Quindi senza temere il buio e il rumore indistinto nella tua mente all’inizio, insegui il richiamo, illumina il percorso. Inventare non è creare dal nulla. È scoprire, fare luce. La luce non è portata, da fuori; le idee, sono lampi di luce che emergono da dentro.

Comunicare non è informare, non è emettere un messaggio senza occuparsi di chi lo riceva, ma una relazione di dono. Lucilla affronta l’etimologia del comunicare: cum-munus, cioè mettere in comune un dono. Il dono più apprezzato da scambiare è l’esperienza di vita, preziosa perché unica per ognuno di noi. Lucilla ti sfida a trovare l’immagine giusta. Le idee sono immagini, la nostra mente lavora per immagini. Comunicare è far generare nella mente di chi ascolta, senza fatica, come un film, immagini che risveglino memorie, sogni, desideri. Immaginare è creare nella propria mente. La capacità di immaginare è la capacità di generare mondo. Comunicare è dunque “fare mondo” insieme. Fare mondo è quello che fa chiunque intraprenda un’impresa.

Comunicare è anche saper narrare (story-telling). Lucilla approfondisce il tema della qualità della comunicazione e la difficoltà di scegliere tra le mille possibilità narrative. Non si può raccontare il Tutto. Il nostro sistema visivo non vede il tutto, seleziona dettagli, poi il cervello li combina in un ordine di senso. La potenza del dettaglio: dal punto di vista narrativo il dettaglio è la punta di un iceberg, basta una parte per rivelare la montagna di ghiaccio. Scegliere significa rinunciare a tutte le possibilità scartate. Per evitare l’atto luttuoso della scelta, l’errore più comune è cercare di dire tutto, ma questo porta all’astrazione, alla generalizzazione, non più comunicazione ad arte, ma informazione generica di qualità ordinaria. I più grandi narratori sono coloro che portano immagini fulgide come punte di iceberg, i cui racconti sono così vividi che ti fanno rivivere l’esperienza (il mitico Ulisse e la sua Odissea). Dunque saper comunicare, saper narrare è fare dono di vita, vita aumentata. Vita 2.0.

Comunicare, narrare, poi, è un lavoro di assemblaggio, è mettere in fila la serie di dettagli scelti, "connecting the dots”, diceva Steve Jobs, unendo i puntini. Ma dove si può recuperare la materia per creare il nostro immaginario? Dall’esperienza, che è conservata nella nostra memoria. Le immagini delle nostre esperienze, chiuse nello scrigno della memoria, hanno bisogno di prendere aria, ossigeno, e, poiché sono fragili, vanno trattate con cura, tecnica e arte. L’esperienza è ciò che abbiamo di più prezioso da scambiare.Riaccendere le immagini che sono in noi alla luce dell’oggi, fare memoria, genera visione, innovazione e futuro.

Lucilla approfondisce che saper comunicare, saper narrare, è fare dono di vita. Essere vivi vuol dire provare emozioni e sensazioni. Ma se le sensazioni sono immediatamente condivisibili (il bruciare del sole sulla pelle, lo stridore dei freni della metropolitana ecc.), le emozioni hanno sfumature assai diverse per ognuno di noi. Non siamo felici o tristi allo stesso modo, né per le stesse ragioni. Le sensazioni si possono comunicare, le emozioni vanno suscitate. Il nostro cervello, sollecitato da un sapiente racconto “sensoriale”, ricostruisce l’esperienza “come se”  fosse realmente vissuta. La si può definire Vita aumentata: Vita 2.0. Per il nostro cervello, tutto è virtuale.

Dopo averti condotto per mano nella virtualità, cioè nella capacità del nostro cervello di generare immagini e creare vita aumentata, Lucilla ti spiega l’importanza del punto di vista: è necessario sapersi staccare dal proprio racconto, saper guardare da fuori e scegliere un punto di vista. Saper vedere da fuori è l’ultimo compito del comunicatore/trice, narratore/trice. Se hai seguito il percorso con immagini di qualità, il disegno finale sorprenderà anche te che lo hai tracciato. Sarà una rivelazione capace di generare novità, innovazione, cioè tempo e spazio. Infatti è una sola, la cosa che non potremo mai raccontare: in tutte le culture narrare è un modo per dilazionare la morte.

La capacità di fare mondo, innovazione, che è propria dell’arte del comunicare e del narrare, non appartiene solo agli artisti, ma è una tecnica a cui possiamo addestrarci in quanto esseri umani. Lucilla la chiama capacità Poetica, dal greco poieo che vuol dire inventare, creare, fare. Anche il linguaggio è una “tecnologia”, una conquista recentissima nella nostra evoluzione, che però ci ha permesso di fare il salto evolutivo e culturale, mettendo in comune (comunicando) in velocità, a distanza, elementi sottili come idee, conoscenze, informazioni. Il linguaggio è fatto di parole, che sono suoni e, in ultimo, vibrazioni. Oggi sappiamo dalla fisica teorica che anche nell’infinitamente piccolo, in ultimo, è vibrazione. La Poesia è il linguaggio che intercetta la vibrazione dell’origine verso l’infinito. La tensione con l’Infinito genera Futuro. Lucilla, con la sua interpretazione e la sua voce, te ne dà un prova finale.

Attraverso esempi estremamente pratici, Lucilla ti offre alcune tecniche fondamentali, oltre a piccoli segreti, per parlare in pubblico, comunicare e narrare.

Sembra il consiglio della nonna, ma è fondamentale. Lucilla ti rivela alcuni segreti per sentirsi autorizzati a salire su un palco e parlare in pubblico ricordando che “autorità” e “autorevolezza” sono nell’ambito semantico di “autore/trice” e derivano dal latino “augeo” che vuol dire aumentare, far grande.

Attraverso alcuni esercizi Lucilla ti conduce a immaginare il tuo corpo nello spazio, a lavorare sulla tua sfera cinestetica, a fondare la tua presenza davanti al pubblico e a essere armoniosamente centrata/o in ogni spazio in cui ti trovi a parlare.

Lo spazio e le distanze hanno significati diversi a seconda delle persone, delle culture, degli ambienti. La Prossemica è la scienza che ne studia il significato. Per comunicare è fondamentale che tu abbia consapevolezza del tuo corpo nello spazio e anche dei rapporti di distanza che scegli di costruire.

La nostra Voce è il frutto di una risonanza che coinvolge tutto il corpo. Dal primo impulso nervoso, che mette in vibrazione le corde vocali, la vibrazione si espande in tutto lo scheletro e le ossa. La tua voce è il risultato di tutte queste vibrazioni e può essere lavorata: una voce ricca di armoniche porta moltissime informazioni e colpisce l’attenzione del pubblico. Lucilla ti spiega un esercizio molto semplice per avere cura, anche se non sei esperta/o, della qualità della tua voce.

Si parla di Tono, Intonazione per dire di un andamento melodico che arricchisce l’eloquio. Lucilla ti consiglia di non affidarti al Tono per dare significato, perché il Tono è solo l’esito, il risultato dell’Intenzione. Devi comunque conoscerne gli effetti: arabeschi tonali, o, al contrario, monotonie, sono estremi di un movimento comunicativo solo esteriore e possono disturbare, distrarre o annoiare.

È ciò che dà il vero senso di una frase. Lucilla ti presenta alcuni esercizi per comprendere quanto il senso di una frase sia determinato dall’intenzione.

Il volume è l’intensità della voce: governandolo, puoi superare grandi distanze e arrivare fino all’ultimo degli ascoltatori di una platea. Ci sono molte differenze tra il grido e la capacità di aumentare l’intensità di volume in modo consapevole. Lucilla te ne dà alcune prove e ti sollecita a metterti alla prova. È divertente.

Il Ritmo è tutto: si può parlare senza parole usando solo suoni, intonazioni, intenzioni, ritmi, e comunque avere una comunicazione chiarissima. Il ritmo è alternanza fra movimento e pausa: Lucilla insiste perché tu esplori la pausa non come vuoto ma come tensione. Ti propone un esercizio da fare anche in casa, meglio quando non ci sono persone al piano di sotto. Anche questo per esercitarsi e divertirsi.

Le parole sono composte da vocali e consonanti. Il suono di ogni lettera è il risultato del fiato in espirazione, plasmato nel tratto vocale (gola, lingua, denti, labbra ecc.). La dinamica di questo movimento (apertura, chiusura, spinta, esplosione ecc.) porta in sé moltissima informazione ed è già comunicazione. Lucilla te ne dà una prova comparando il movimento che produciamo nel pronunciare alcune lettere, al loro significato. Capitolo per palati raffinati, soprattutto per chi ama la Poesia.

Lucilla ti invita a cercare il tuo linguaggio, le tue Parole. Ti invita a scartare le parole codice, gergo, le più stinte dall’abuso: serviti di quelle più vivide, fulgenti, se vuoi diventare un comunicatore/trice originale.

18. Strumenti: comunicare è dono e un gioco
La tua vita è uno scrigno di esperienze e immagini ricchissimo. Saperle condividere nella giusta misura è un’Arte. Lucilla ti ha passato alcune tecniche di questa Arte ricordandoti che Comunicare è il piacere di condividere un Dono e anche il gusto di giocare insieme.